venerdì 21 agosto 2015



I riflessi della rivoluzione studentesca

Tafari Makonnen School



E’ un ricordo del quale me ne vergogno un po’.

In inglese gli studenti del secondo anno di scuola superiore sono chiamati ‘sophomores’, un termine scolastico che deriva dal greco, che significa, ‘ un po’ saggi, un po’ fessi ‘.

Correva l’anno millenovecento sessantanove e frequentavo il secondo anno di scuola superiore ad Addis Abeba.

In quei tempi la scuola che frequentavo, la Tafari Makonnen School, era ancora conosciuta come una scuola molto severa, ed era poco distante dall’università di Addis Abeba dove si contemplavano le strategie di battaglia della rivoluzione studentesca.  

Occasionalmente gli studenti dell’università diramavano, per cosi dire, le notizie relative alle situazioni di battaglia dell’ateneo  o delle altre scuole della città o  inoltravano le informazioni
relative alle proteste studentesche in Europa o negli Stati Uniti d’America.

Tra i vari comunicati che s’apprendevamo in quei giorni quelli che più mi turbavano erano le informazioni riguardanti le manifestazioni studentesche che terminavano con le cariche della
polizia e gli arresti in massa.

Con il passare dei giorni, delle settimane, e dei  mesi, le grandi manifestazioni cominciarono a  coinvolgere anche gli alunni della Tafari Makonnen School. 

Un tempo nessuno avrebbe creduto che gli alunni della Tafari Makonnen School, sarebbero scesi in strada, evadendo alle grinfie amministrative della direzione scolastica !

La scuola era una scuola internazionale, poiché oltre agli educatori  etiopi era  composta da insegnanti provenienti dall’estero  : Canada, Stati Uniti, Francia, Paesi Scandinavi e India.

Il direttore della scuola era di origine canadese e si chiamava Maurice Ricche.

Ricordo bene il giorno che mi sono recato al suo ufficio  per fare richiesta d'iscrizione alla scuola : il volto del direttore era un documento impeccabile, lucido, elegante e severo.  

Durante quella breve conversazione il mio obiettivo principale era di esprimermi correttamente.Temevo che altrimenti mi avrebbe mangiato !

Lasciai il suo ufficio con un gran sollievo, ero ancora vivo. Quella volta il direttore non mi aveva mangiato!

La seconda volta che ho avuto un incontro con il direttore, da vicino, è stato durante un episodio assai drammatico.

Un pomeriggio la polizia si era presentata nella scuola per “domare” una rivolta studentesca.

Vi era un corri e corri che non si era mai visto prima; studenti che correvano istintivamente, in ogni direzione dell’istituto … 
In molti ci stavamo dirigendo verso l’uscita della scuola, quando a metà strada abbiamo incontrato i carri della polizia  e i carri hanno iniziato a lanciare artifici lacrimogeni, seguiti da gettiti d’acqua, costringendo cosi ad alcuni di noi ad arretrare e tornare indietro verso l’interno della scuola. 

Personalmente mi sono trovato a correre d’istinto, verso la direzione della scuola.

Ed è in quell’istante che mi sono trovato faccia a faccia con il direttore della scuola.

Ci siamo scontrati frontalmente!

Il direttore, per una strana coincidenza, assomigliava per una metà, l’attore americano Roy Scheider e per l’altra, il poeta inglese T.S. Eliot.

Il primo pensiero che mi è passato per la mente è stato :  ora  mi mangia !

Invece, non mi ha mangiato !




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